Clean rooms: la procedura di vestizione step by step
Il processo di vestizione comprende una serie di operazioni
estremamente importanti da rispettare prima di entrare in una
cleanroom. Gli operatori infatti, devono indossare un
abbigliamento specifico che garantisca che nessuna
particella esterna venga trasportata all’interno dell’ambiente a
contaminazione controllata.
L’accesso a una camera bianca implica il rispetto di standard
previsti da specifiche normative, come quelle definite dalla
normativa ISO 14644-1 e dalle Good Manufacturing Practices
(GMP). L’accuratezza nella vestizione risulta essere quindi un
elemento complementare da non sottovalutare.
Sebbene la qualità e la sicurezza dell’ambiente stesso siano al
primo posto è molto importante formare accuratamente il
personale riguardo al processo di vestizione per poter
raggiungere il maggior livello di efficienza possibile.
Gli step fondamentali della vestizione: si parte sempre
dall’alto
Il processo di vestizione per entrare in una camera bianca
segue una regola fondamentale: si deve partire sempre
dall’alto.
Questo è un principio essenziale per garantire che particelle
contaminanti come capelli, pelle o sudore non finiscano
accidentalmente sugli indumenti, rendendo vano l’intero
procedimento. Una volta all’interno del vestibolo il primo step è
la cuffia, che va indossata in modo tale da coprire interamente i
capelli, si passa poi al camice e infine ai calzari/sovrascarpe.
Indossare gli indumenti nell’ordine giusto, come abbiamo visto,
riduce il rischio di contaminazione ma, oltre a questa regola
primaria, ci sono altre accortezze da tenere in considerazione.
Ad esempio, durante la vestizione, l’operatore deve evitare di
toccare le parti già vestite, per non contaminare ulteriormente
l’abbigliamento.
Quelle che abbiamo appena visto sono le 3 protezioni standard
previste ma i dispositivi di protezione individuale ed il processo
di protezione variano in base al livello ISO della Cleanroom a
cui l’operatore deve accedere e al settore in cui opera l’azienda.
Una volta che tutte le protezioni sono indossate, l’operatore può
finalmente accedere alla Cleanroom, sempre seguendo una
sequenza rigida per garantire la completa decontaminazione.
L’eventuale alterazione dell’integrità di un indumento (ad
esempio, la rottura di un guanto) comporta l’obbligo di rientrare
nel vestibolo e ripetere il processo di decontaminazione.
Cosa non si può introdurre in una Cleanroom
Il processo di vestizione, come abbiamo già evidenziato, ha
come obiettivo principale quello di impedire l’introduzione di
qualsiasi materiale contaminante all’interno della Cleanroom.
Prima di indossare l’abbigliamento protettivo, gli operatori
devono quindi eseguire una pulizia approfondita delle mani e
rimuovere eventuali oggetti contaminanti, come orologi o
gioielli.
Per questo motivo, è vietato introdurre diversi oggetti all’interno
di una camera bianca, tra cui:
Cibi e bevande: anche una semplice bottiglietta d’acqua,
potrebbe compromettere la stabilità dell’intero processo.
Cellulari e dispositivi elettronici: i dispositivi elettronici non
solo potrebbero diffondere polvere, ma la loro interazione con
l’ambiente potrebbe anche essere fonte di interferenze in
ambienti sensibili.
Prodotti cosmetici: profumi, oli profumati, deodoranti e makeup
possono essere fonti di contaminazione per certe
preparazioni a causa delle particelle che rilasciano nell’aria.
Cos’è un vestibolo e come funziona.
Il vestibolo è una zona intermedia che serve a separare
l’ambiente esterno dall’ambiente altamente controllato della
Cleanroom. Possiamo vederlo come una sorta di “terra di
mezzo” per permettere agli operatori di svolgere il processo di
vestizione.
All’interno di un vestibolo, gli operatori si preparano dunque ad
entrare nel locale controllato, seguendo il protocollo di
vestizione. Il locale è composto da diversi elementi d’arredo,
come armadietti e panche, proprio quest’ultimo elemento non
solo è fondamentale ma per certi versi è persino emblematico.
La panca infatti viene posizionata in modo tale da permettere
agli operatori di indossare i calzari alla fine del processo di
vestizione ma con il vincolo di doverla scavalcare per entrare
nella camera bianca, segnando il confine tra gli indumenti
“normali” e quelli “decontaminati”.
A seconda del livello ISO della Cleanroom, ci potrebbero essere
più vestiboli, per permettere il cosiddetto “salto di classe”,
passando da un livello più “sporco” ad un livello più “pulito”.
Vediamolo meglio con un esempio: se l’operatore deve entrare
in una Cleanroom ISO 5 prima deve procedere con la
vestizione passando dal vestibolo. In questo caso si deve
effettuare il salto di classe per effettuare un passaggio graduale
dall’esterno alla camera bianca. È necessario quindi passare
per più vestiboli, rispettivamente ISO 8, 7 e 6.
In base alla classe ISO (1-5) della camera bianca inoltre, può
essere prevista un’unità a flusso laminare o più comunemente
chiamata doccia d’aria temporizzata per completare il
processo di decontaminazione. La norma ISO 14644-1
specifica la velocità per il flusso d’aria verticale e per quello
orizzontale, rispettivamente tra 0,36 e 0,54 m/s e tra 0,30 e
0,45 m/s.
Essa è progettata per scuotere i vestiti e aspirare eventuali
particelle in sospensione prima di entrare nell’area a
contaminazione controllata.
Il processo di vestizione per le cleanrooms ISO 7-8
All’interno di questi tipologie di camere bianche sono previste le
protezioni standard che abbiamo precedentemente visto:
Cuffietta: si inizia con l’indossare la cuffia, che deve coprire
completamente i capelli. La cuffia è un elemento essenziale per
evitare che le particelle di capelli possano depositarsi sul
camice.
Camice: successivamente, si indossa il camice o la tuta
protettiva, che deve essere completamente chiuso. Il camice
funge da barriera tra l’operatore e l’ambiente della Cleanroom,
proteggendo sia l’ambiente sia l’operatore da possibili
contaminazioni.
Calzari: l’ultimo passo della vestizione prevede calzari o
soprascarpe, che devono essere adeguatamente fissati per
evitare che la polvere presente nella zona esterna venga
trasferita all’interno. Queste vanno indossate quando si è seduti
su una panca, per evitare di contaminare il resto della
vestizione.
Una volta che tutti gli indumenti protettivi sono stati indossati,
l’operatore può procedere con i guanti, sanificando le mani,
indossando i guanti e sanificando gli stessi per maggiore
sicurezza, successivamente si può procedere all’ingresso nella
cleanroom.
Il processo di vestizione per le cleanrooms ISO 1-6
Per accedere a camere bianche che richiedono conteggi
particellari estremamente bassi, è necessario seguire
procedure ancora più rigorose. In questi casi, la vestizione può
richiedere l’utilizzo di guanti specializzati, spesso più di un paio
sovrapposti per operatore, mascherine, tute complete di
cappuccio o altri DPI. Le maschere chirurgiche o quelle a
protezione totale impediscono la fuoriuscita di umidità, polveri e
microrganismi che potrebbero compromettere la qualità del
processo. In alcune applicazioni più critiche, vengono utilizzati
anche occhiali protettivi o visiere, per evitare che particelle e
contaminanti vengano trasferiti attraverso la respirazione o dal
contatto diretto. Tutte le tipologie di protezioni non sono solo
essenziali per contribuire a controllare la contaminazione ma
anche per proteggere e garantire la sicurezza dell’operatore.
Questa è la pagina ufficiale ISO per lo standard ISO 14644-1,
https://www.iso.org/standard/53394.html
che offre accesso al documento integrale e a informazioni
approfondite sulla classificazione della qualità dell’aria nelle
camere bianche.
In CMB Cleanroom ci impegniamo a fornire le soluzioni più
avanzate per supportare al meglio ogni nostro cliente,
comprensive di un’adeguata formazione degli operatori,
per massimizzare l’efficienza della produzione e rispettare
gli standard normativi previsti.